martedì 30 novembre 2010

Blitz di liberazione del Comune di Ferrara


La riforma universitaria è in dirittura di arrivo e gli animi si scaldano, anche a Ferrara.
Erano le 10 di questa mattina,  avevo trovato un giorno libero per poter studiare (ogni tanto mi tocca) quando mi arriva una chiamata dai ragazzi che erano a lezione a medicina dicendomi che la sinistra stava urlando per tutta la facoltà cercando di convincere gli studenti ad andare a occupare il Comune per protestare contro la riforma dell'Università.

Non ci penso 2 volte: passo al partito a prendere bandiere e megafoni e via in direzione Ferrara.

5 ragazzi (Andrea, Paolo, Alessandro, Mattia e Alessandra) che andavano a manifestare contro più di 30 tra studenti e ricercatori.

Numeri che però non sono contati niente quando abbiamo cominciato la nostra controprotesta: io e Paolo con il megafono urlando nella speranza che qualcuno di loro capisca che è meglio smettere di lamentarsi e gli altri 3 che salivano su per le scale del Comune cercando di togliere lo striscione e le bandiere dell'Unione degli Universitari dagli uffici comunali.
I ragazzi hanno ovviamente incontrato qualche difficoltà nell'entrare nella sala "simbolicamente" occupata: dico simbolicamente perchè il Sindaco aveva autorizzato quest'azione e infatti le istituzioni non sapevano più come comportarsi, se assecondare gli studenti di sinistra (quindi i loro voti) o se accettare di togliere lo striscione come da noi richiesto.

Dopo aver diligentemente aspettato una risposta, Alessandro Pracucci, nostro consigliere di facoltà di Architettura, in un impeto a metà tra un D'Annunziano volo su Vienna e una presa della "Bastiglia" comunale ha deciso di togliere quel simbolo politico da un'istituzione pubblica (e quindi di tutti) buttandolo giù dal balcone.

La cosa non ha fatto molto felici i nostri compagni locali che hanno animato la discussione che stavamo facendo nella piazza davanti al famigerato balcone; questo fino all'invito delle forze dell'ordine di spostarci da quella zona (seguita poi da una schedatura dato che non avevamo autorizzato la nostra protesta).

Aspettiamo qualche minuto poi vediamo uno striscione lungo almeno 20 metri che veniva calato dalla parte più alta del Castello, sede della nostra Provincia. Sapendo che ripetere l'azione precedente era molto difficile da ripetere abbiamo aspettato che le forze dell'ordine ordinassero di togliere quello striscione, non autorizzato.

Tirando le somme, abbiamo visto che la sinistra universitaria continua senza sosta a contrastare una riforma che danneggia solamente i professori e i baroni che continuano a vivere da diversi anni su questo sistema universitario che gli garantisce una rendita di posizione. Oltre ai professori si uniscono i ricercatori, futuri docenti che vedono sparire le proprie speranze di una vita agiata come quella dei loro predecessori.

Ma, cosa ancora più grave, il Sindaco e l'amministrazione comunale ha appoggiato una protesta del genere, consentendo l'invasione degli uffici comunali da parte di queste persone: così si sono apertamente schierati contro la riforma e il Governo divenendo così rappresentanti solo di una parte politica e non di tutta la città.

Appoggiando questa protesta, gli studenti vengono solo usati da docenti, ricercatori e forze politiche, togliendo loro anche il tempo fisico per poter finire gli studi e pensare seriamente al loro futuro: questo poi costringe anche noi a perdere tempo correndo dietro le loro proteste per cercare di far vedere l'altro lato della medaglia. Non vorrei diventare fuori corso per colpa di qualcuno che blocca le lezioni, occupa le sedi o protesta per la mia città.

L'immagine di apertura non poteva non richiamare 300, perchè anche noi, pur essendo pochi contro un esercito che a volte ci può sembrare imbattibile, siamo riusciti a rovinare la festa ai nostri "cari" compagni.